sabato 17 settembre 2011

Aby Warburg - iconologia

Aby Warburg nasce nel 1866 ad Amburgo da una famiglia ebrea di banchieri, la sua scelta iniziale si indirizzò verso gli studi di storia dell'arte, andando contro alle idee dei genitori che non approvarono mai la sua scelta. Fin dal'età adolescenziale fece un patto con il fratello: rinunciò all'eredità dei genitori in cambio di ottenere tutti i libri che avrebbe chiesto al fratello per formarsi una "biblioteca personale". 
La figura di Warburg si mostra molto interessante negli studi degli approcci metodologici alla disciplina accademica di storia dell'arte in quanto ci troviamo di fronte a un nuovo modo di operare nella lettura delle opere artistiche. 

Caricatura "Aby Warburg in archivio"

Ritenuto l'iconologo per eccellenza Aby Warburg introdurrà il concetto di pathosformel ossia di forme archetipiche che in un arco temporale che và dall'antichità alla contemporaneità riemergono grazie alla cosiddetta memoria collettiva. La memoria umana presenterebbe infatti tracce di emozioni intense: gli engrammi cioè simboli come testimonianza di esperienze passate dell'individuo, e come tali riemergerebbero nell'esperienza umana in archi temporali diversi e in ambiti geografici distinti. Secondo quest'ultimo concetto, non esiste una unità culturale, o meglio non vigono dei sistemi chiusi come si possono riscontrare nello studio dei pensieri e degli approcci metodologici di Burckardt e di Wolfflin. 

L'ATLANTE DI IMMAGINI

L'opera più importante di Warburg è l'Atlante di immagini, realizzata ma incompiuta negli anni Venti dopo essere stato ricoverato nella casa di cura per problemi psichiatrici, l'iniziativa di tale lavoro spetterebbe a Frantz Saxl, che al rientro del maestro gli aveva preparato una serie di immagini per riprendere il precedente lavoro metodologico. Grazie a questa ispirazione Warburg crea la sua ultima opera: una serie di immagini (circa 2000) come riproduzione di opere artistiche antiche, rinascimentali e contemporanee per spiegare la stretta relazione delle epoche e delle pathosformel (forme espressive di emozioni) che riemergono in ogni epoca e in ogni contesto. 

APPROCCIO METODOLOGICO DI WARBURG

Le phatosformel più studiate da Warburg durante la sua carriera sono rappresentate dall'Orfeo, la centauromachia e la figura della ninfa.
A Warburg non interessa però tanto il contenuto, ma si focalizza più che altro sull'analisi della FORMA, in quanto è attraverso la forma espressiva che può emergere un legame dei vari periodi della storia dell'arte.

Il caso di Palazzo Schifanoia
-Nello studio del ciclo dei mesi del Palazzo Schifanoia a Ferrara Warburg ritrova il legame iconografico del mese di marzo in un testo letterario arabo di Abumashar del IX secolo. Secondo lo studioso il legame non sarebbe diretto ma sarebbe piuttosto un motivo si sintesi di una lunga tradizione astrologica.


LA BIBLIOTECA - WARBURG INSTITUTE

Di grande importanza è la biblioteca di Warburg che durante la sua vita riuscì a raccogliere ben 65000 volumi e 80000 fotografie! L'immenso patrimonio culturale non era costituito soltanto da libri di storia dell'arte, ma anche di altre discipline, poichè secondo la concezione warburghiana, per comprendere la storia dell'arte era necessario un approccio pluridisciplinare! Il sistema organizzativo dell'immenso patrimonio culturale rifletteva le scelte, le riflessioni e i pensieri dello studioso che ad ogni cambiamento o mutamento di percorso mentale, creava nuovi legami disponendo diversamente la vasta mole libraria e fotografica. Il continuatore dell'impresa iniziata da Warburg fu Fritz Saxl che diventò direttore del nuovo istituto, salvando non solo l'approccio organizzativo del pensiero warburghiano, ma anche l'intera quantità del materiale accumulato nei numerosi anni di vita dello studioso. La Warburg Institute durante gli anni della seconda guerra mondiale si trovò in pericolo d'essere distrutta per gli attacchi dei nazisti, pertanto dal 1932, grazie a Saxl, la biblioteca venne trasferita a Londra dove si trova tutt'oggi.