mercoledì 14 dicembre 2011

L'interno della Casa di Giulietta - Verona

La casa di Giulietta sorge in via Cappello n.23 a Verona, che è una delle principali vie della città veneta in cui si trovano molti esercizi commerciali.
L'abitazione apparteneva alla famiglia Cappello che successivamente è stata identificata nella famiglia dei Capuleti.
Meta obbligata per il turista, la casa di Giulietta costituisce il posto più magico e suggestivo della città veronese.
La vicenda dei due giovani innamorati che vengono ostacolati nel rapporto amoroso a causa dell'odio tra le loro famiglie è la storia più passionale e travolgente di tutti i tempi che si conclude nel dramma della morte dei due fanciulli.  
La tragedia venne raccontata per la prima volta dal vicentino Luigi Da Porto nel 1524 per poi essere ripresa da Shakespeare alla fine del secolo contribuendo a creare il mito dell'amore impossibile che ha travalicato i confini d'Italia e d'Europa.

Oggi la casa di Giulietta si presenta così ai visitatori:

Al piano terra vi è la biglietteria con il bookshoop, mentre attraverso una ripida scalinata di legno si accede al piano primo dove si trova il famoso balcone di Giulietta che è stato appositamente creato negli anni Trenta del secolo scorso dallo storico veronese Antonio Avena attenendosi al carattere medievale della struttura. 
Nella stessa sala vi sono delle litografie, acqueforiti  e dei dipinti che rappresentano l'amore tra i due innamorati.
Proseguendo il percorso di visita, si accede al secondo piano dove si trovano degli affreschi, tra cui anche uno di Paolo Caliari detto il Veronese, nella sala seguente si trova la riproduzione degli abiti del film "Giulietta e Romeo" uscito nel 1968 e diretto dal regista Franco Zeffirelli e nella stessa sala è presente il letto che costituisce uno degli apparati scenografici del dramma Shakespiriano.
Al terzo piano vi è un piccola saletta con quattro computer in cui i visitatori possono lasciare un messaggio virtuale ai due innamorati o scrivere le proprie emozioni, sentimenti e sensazioni. 
Infine, nell'ultima sala vi sono dei piatti in ceramica e altre oggetti antichi tra cui delle cassapanche dell'0ttocento donate da una contessa veronese alla casa di Giulietta.

venerdì 25 novembre 2011

Smalto trasparente lucido

Lo smalto trasparente lucido ben steso è simbolo di raffinatezza ed eleganza.
Premettendo che da un semplice esame universitario ad un colloquio di lavoro la gestualità costituisce parte del nostro modo di essere e di comunicare con il nostro interlocutore, una  mano curata è indice di un'immagine pulita e ordinata di una persona.
Il colore trasparente conferisce lucentezza all'unghia e aiuta ad amare il proprio corpo perché trasmette inconsciamente l'idea di una bellezza naturale che risiede in noi da sempre.
Lo smalto trasparente acquista maggior luminosità se l'unghia è lunga e ben limata, e se si vuole personalizzare le proprie unghie è facile: basta applicare dei semplici adesivi nail art su tutte le unghie o solamente qualcuno a vostro piacere. In alternativa possono essere utilizzati anche dei brillantini da incollare direttamente sull'unghia con un ulteriore stesura di smalto trasparente lucido per fissare il tutto.
Io utilizzo sempre lo smalto trasparente lucido kiko effetto bagnato del prezzo di poco più di due euro!

Unghia con smalto trasparente lucido e brillantini

domenica 30 ottobre 2011

Nokia C6 - 01 recensione, opinione e prezzo


Nokia c6 - 01

Ho acquistato da un paio di settimane un nokia c6 - 01 dopo qualche mese di attesa per trovare l'offerta migliore e devo dire che ho fatto proprio un'ottima scelta! 
Il prezzo del telefono si aggira attorno ai 300 euro, e io sono riuscita a trovarlo in offerta al costo di soli 210 euro, sborsando però 80 euro che mi sono stati in un certo senso "rimborsati" con un buono spesa spendibile un paio di settimane dopo nello stesso centro commerciale per l'acquisto anche di prodotti alimentari. Il centro commerciale in questione è l'Iper.


Nokia c6 - 01

Il  nokia c6 - 01 è un telefono touchscreen dotato di una fotocamera da 8 Mpx, pertanto dotato di un'alta risoluzione per scattare foto di elevata qualità, dispone di flash a led e di funzione che permette di ridurre l'effetto "occhi rossi"; inoltre possono essere girati dei video a lunga durata ad altrettanto alta risoluzione.
Naturalmente sono disponibili tutte le caratteristiche standard di un normale cellulare, il telefono invia sms, mms, effettua videochiamate, ma oltre a ciò permette di navigare sul Web e con Ovi by Nokia è possibile sapere la posizione in cui vi trovate e individuare dei luoghi in vicinanza con dettagliate informazioni per mangiare, dormire, fare acquisti e tanto altro ancora!!
Il nokia c6 - 01 è molto semplice nell'utilizzo e durevole, esteticamente si presenta come un telefono elegante e raffinato, indicato sia per uomo che per donna.
Il nokia c6 - 01 dispone anche di un apposito jack da 3,5 mm per l'uso dell'auricolare stereo in dotazione  o di altre cuffiette di cui si disponi per l'ascolto della radio o di musica scaricata dal pc attraverso un  cavo dati usb che vi verrà fornito al momento dell'acquisto assieme al carica batteria del telefono.

Per avere maggiori informazioni, vi rimando alla scheda tecnica che potete trovare cliccando il seguente link pianetacellulare/Modelli/Nokia/Nokia_C6-01

venerdì 14 ottobre 2011

Come dimagrire velocemente e naturalmente senza farmaci

Come dimagrire velocemente? 
Questa è la domanda che solitamente ci poniamo noi donne dopo esserci osservate allo specchio e aver notato qualche cuscinetto di grasso sparso quà e là, che bene non si adatta di certo alla vista e che molte volte ci complica la vita perchè non ci fa stare bene con noi stesse.
Come se non bastasse l'eccesso adiposo non ci fa aderire bene quel vestito comprato che da tanto desideravamo e la televisione di cero non ci aiuta fornendoci dei modelli di bellezza che il più delle volte per noi sono impossibili o quasi da raggiungere. Al tutto si aggiunge poi il confronto che noi donne facciamo quando quotidianamente per strada camminiamo e anche non volendo l'occhio ci cade sempre sul vestito che a "quella" veste meglio di noi. Eh già! Non è facile trovare un giusto equilibrio con noi stesse e apprezzare se pur con qualche difettuccio il nostro corpo, però di certo possiamo fare molto per  trasformarlo e migliorarlo!

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Il primo consiglio utile che mi sento di darvi per il miglioramento del vostro fisico, senza però incorrere nell'assunzione di farmaci che rischiano solo di alterare il nostro equilibrio fisiologico provocando poi dei danni irreparabili alla nostra salute, è fare attenzione alla nostra dieta
Attenzione: per dieta non intendo non mangiare ma bensì alimentarsi in modo corretto. Se erronemente incorrete nella scelta di "non mangiare più" e vivere di un po' di "pane e acqua" state facendo la scelta più sbagliata che potete fare perchè il vostro fisico ne risentirà e la prima volta che vi darete alla pazza gioia concedendovi il lusso di gustarvi qualche piatto prelibato, non solo recupererete tutto quello che avevate perso, ma aggiungerete maggior peso rispetto a quando eravate partite a fare la vostra dieta.
Cereali Nestlè Fitness

La giusta alimentazione è data dal nutrimento di cibi che aiutano il vostro corpo a mantenersi in linea; sicuramente zuccheri, grassi e carboidrati sono le sostanze che dovete cercare di eliminare dalla vostra alimentazione, quindi dolciumi e bibite gasate e alcoliche sono da cancellare dalla vostra dieta, mentre pasta, pane, pizza, sono da limitare il più possibile. Pesce, uova, carne bianca, sono i cibi da favorire due/tre volte alla settimana alternando  la loro assunzione, mentre frutta e verdura sono gli alimenti di cui nutrirsi a volontà. Il latte è un alimento grasso per cui è consigliato limitare il più possibile la sua assunzione.
Aiutare il vostro fisico con delle compresse di vitamine che potete trovare in qualsiasi farmacia è la scelta migliore per garantire una giusta assunzione di sostanze al vostro corpo. Bere molta acqua ogni giorno è la scelta vincente per togliere tutte quelle impurità che rimangono nel corpo e in più vi permetterà di avere una pelle dall'aspetto migliore, e contemporaneamente andrà diminuendo il rischio della comparsa della cellulite che tanto vi incute terrore soprattutto quando è ora della prova-costume!
- Masticare lentamente ed evitare le abbuffate mangiando più volte al giorno costituisce sicuramente un modo per mantenersi in forma. 

- A tutto ciò, il secondo consiglio utile che mi sento di darvi è di praticare una buona attività fisica: qualche ritaglio di tempo durante la settimana vi basterà per ottenere un fisico in perfetta forma! Un po' di palestra, di jogging, o nuoto (che è lo sport più completo) vi permetterà di raggiungere un risultato inaspettato! In alternativa fate ciò che più vi entusiasma e vi appassiona, perchè un bel sorriso stampato sul viso è già metà della vostra bellezza!

- Costanza, buona volontà e determinazione sono gli ingredienti da aggiungere al tutto.

Non mi resta che augurarvi un Buon inizio di "percorso"!



mercoledì 5 ottobre 2011

Panofsky - La prospettiva come forma simbolica - Studi di iconologia

Due testi di Panofky di grande successo per la svolta nello studio della storia dell'arte 

Erwin Panofsky nasce ad Hannover nel 1892 da una famiglia agiata, negli anni Venti, frequentando il Warburg Institute, entra in contatto con Ernst Cassirer. L'incontro con il filosofo neokantiano inciderà in modo determinante nella sua formazione, in quanto lo studio del suo pensiero lo porterà a determinate riflessioni. Cassirer vedeva l'uomo differenziarsi dall'animale per mezzo della sua capacità di riordinare la realtà attraverso delle forme simboliche, concetto che verrà poi ripreso da Panofsky.
La prospettiva come «Forma simbolica» e altri scritti
La prospettiva come forma simbolica

La "Filosofia delle forme simboliche" è il testo pubblicato dal filosofo neokantiano nel 1925, due anni dopo lo stesso Panofsky pubblicherà "La prospettiva come forma simbolica" intendendo la prospettiva non più come un semplice modo di avvicinarsi alla realtà attravverso l'imitazione, ma come un sistema convenzionale per rappresentare il mondo circostante. La prospettiva veniva quindi intesa da Panofsky un modo di percepire la realtà e un simbolo ordinatorio che ben si adattava all'epoca rinascimentale poichè, lui stesso spiega, nella realtà non vi sono delle linee rette che concorrono a creare la prospettiva come invece avviene in una superficie piana bidimensionale, ma la visione ottica reale procede per linee curve, cosa che non si riscontra nella superficie disegnata.






Negli anni Trenta Panofsky si trasferisce in America e assieme al cambiamento di lingua avrà anche un mutamento di pensiero che inciderà profondamente nei suoi studi di storia dell'arte. Con il trasferimento nella nuova città, Panofsky inaugura un nuovo metodo di studio scientifico che consiste nell'analisi dell'opera attraverso vari livelli: 
1 - livello pre-iconografico
2 - livello iconografico
3 - livello iconologico 
Copertina anteriore
Studi di iconologia

Con tale metodo Panofsky per la prima volta nello studio della storia dell'arte faceva distinzione tra iconografia e iconologia, promuovendo lo studio della storia dell'arte in maniera scientifica. Nel testo Studi di iconologia, pubblicato nel 1939, lo studioso spiega i vari livelli di lettura delle opere d'arte:
per livello pre-iconografico o del soggetto primario si intende l'identificazione del soggetto rappresentato osservandone esclusivamente la forma, e attraverso la conoscenza basilare della cultura di appartenenza si è in grado di individuare i motivi artistici. Per esempio nel dipinto La tempesta di Giorgione è  chiaramente individuabile la figura della donna con il bambino e un giovinotto vestito come un membro  della compagnia della calza.
Per livello iconografico si intendende l'individuazione del soggetto secondario ossia la descrizione, la classificazione e l'interpretazione del soggetto o dei soggetti raffigurati. Nel caso della Tempesta di Giorgione, non è più possibile effettuare un'analisi di questo tipo perchè fino ad ora non si è saputo dare una interpretazione corretta. Panofsky per procedere all'identificazione delle figure rappresentate consiglia di ampiare le conoscenze delle fonti letterarie perchè è attraverso queste ultime che è possibile procedere al secondo livello di lettura di un'opera d'arte. Un esempio a riguardo è il legame che intercorre tra un'ultima cena e i testi evangelici che narrano il fatto.
Per livello iconologico si intende la lettura del significato simbolico di un'opera d'arte, in quanto, ogni prodotto artistico costituirebbe un documento portatore di significati intrinseci, da scoprire attraverso lo studio del contesto socio-religioso. Un ultimo esempio a riguardo è costituito dal ritratto dei coniugi Arnolfini in cui a prima vista  il dipinto appare come una semplice ripresa fotografica, poi osservando in maniera più approfondita e accurata si scopre che al di là di alcuni semplici elementi come gli zoccoli in primo piano, lo specchio posizionato sulla parete di fondo, e la pancia della donna, vi sono dei significati più profondi che riconducono alla lettura del dipinto come documento che attesta un matrimonio avvenuto in un ambiente privato come consuetudine nell'epoca.

domenica 2 ottobre 2011

Baxandall - Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento - Analisi e concetti fondamentali- iconologia

Baxandall, inglese di famiglia ebrea e allievo di Gombrich (grande storico dell'arte austriaco), nel 1972 pubblicò "Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento". Il testo si suddivide in tre parti:
1 - La condizione del mercato
2 - L'occhio dell'uomo del Quattrocento
3 - Dipinti e categorie

Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento (Piccola biblioteca Einaudi. Nuova serie)
Libro: Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento

Baxandall ha studiato la storia dell'arte in relazione alla sfera socio-economica, riconoscendo il prodotto artistico non solo come elemento di una testimonianza storica ma anche come prodotto di una transazione, pertanto, l'arte in Baxandall è stata studiata in relazione al suo contesto ossia come il prodotto di una società commerciale. 
Tale aspetto socio-economico era stato considerato già negli anni Trenta e Quaranta dai marxisti, in particolare da Frederick Antal, che vedeva l'arte non in maniera progressiva e lineare, ma in maniera contraddittoria, in quanto, secondo Antal, ogni classe sociale ha la propria ideologia che si riflette nell'arte. Sarebbe quindi dalla presenza di varie classi sociali che, per lo studioso marxista, nascerebbero i diversi stili o maniere nella storia dell'arte.
Baxandall però, a differenza dei marxisti, non riteneva valida l'idea  di contraddittorietà di un'epoca,  ma  credeva nel concetto di zeitgeist, ossia di cultura unitaria così epressa da Hegel nel corso dell'Ottocento per indicare il prevalere di una determinata tendenza culturale in una data epoca.

Grazie al contributo di Ulmar Verein negli anni Sessanta del Novecento, venne per la prima volta introdotta in modo determinante la sfera socio-economica nell'analisi della storia dell'arte, ed è proprio in questo panorama epocale che si inserisce Baxandall con il testo "Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento" analizzando nella prima parte la condizione del mercato.


La seconda parte del libro,  a mio parere la più interessante, tratta del modo di  ossevare e quindi di percepire le opere d'arte nel Quattrocento. Attraverso la ricostruzione del contesto e della cultura dell'epoca rinascimentale, Baxandall mira a ricreare la sensibilità dell'occhio dell'uomo del Quattrocento. Per lo storico dell'arte inglese, lo studio delle rappresentazioni teatrali, della danza bassa (diffusissima nella Firenze rinascimentale), della gestualità, dell'istruzione matematica e dei testi presenti all'epoca, fungono da parte integrante nella lettura completa di un dipinto così come era stato creato originariamente.



Baxandall osserva per esempio come una semplice scena dell'Annunciazione, oggi saremmo in grado di riconoscerla solo grazie alla conoscenza dei testi religiosi cristiani, però nell'epoca rinascimentale l'individuo non era solo in  grado di interpretarla come un'Annunciazione, ma anche di andare oltre, cioè di identificarla in una delle sue cinque fasi così come erano raccontate da Fra Roberto Caracciolo da Lecce. Il Frate predicatore amava istruire le folle parlando di religione e di vita morale; tra le varie prediche, Caracciolo aveva trattato il tema dell'Annunciazione in cui spiegava la sua suddivisione in: conturbatio, cogitatio, interrogatio, humiliatio e meritatio, che oggi, con i nostri occhi non siamo più in grado di distinguere. Allo stesso modo i testi di preghiera diffusi nel Rinascimento proponevano ai fedeli di identificarsi nei personaggi raffigurati nei dipinti religiosi, con ciò si spiega la presenza di visi stereotipati nei dipinti di Perugino: la mancanza di dettagli veniva integrata dalla visione dei fruitori-fedeli che si identificavano negli individui della storia rappresentata cogliendone il significato spirituale più profondo.

Spero di avervi invogliati.. e l'ultima parte del libro la lascio a voi!!
Buona lettura! 

mercoledì 28 settembre 2011

Il pensiero di Alois Riegl e il concetto di kunstwollen in breve

Alois Riegl (1858-1905), è uno storico dell'arte austriaco, figura di enorme importanza nella scuola di Vienna, la prima che si basò sulll'idea dello spirito come motore della storia dell'arte, riprendendo l'idea di Hegel. Alois Riegl introdusse il concetto di kunstwollen ossia di volontà artistica che vale per ogni prodotto artistico creato nella stessa epoca. La grande novità del pensiero di Riegl è determinata dal fatto che oggetti artistici appartenenti alla cosiddetta arte minore venivano considerati alla pari dei prodotti artistici della grande arte proprio perchè ogni epoca per Riegl ha la propria espressività (la volontà artistica) che si manifesta in tutti i prodotti artistici dell'epoca.  Il concetto di kunstwollen si lega allo spirito del tempo chiamato zeitgeist in quanto ogni singola epoca ha la propria tendenza culturale, e il kunstwollen rientra nel "sistema chiuso" di ogni epoca.


Il pensiero di Alois Riegl non era limitato soltanto alla rivalutazione di determinate opere d'arte ritenute marginali, ma anche ai periodi storico-artistici che fino a quel momento non avevano ricevuto  una particolare attenzione come nel caso dell'epoca manierista. 
Tra le rilevanti opere di Riegl: "Industria artistica tardoromana" pubblicato in due volumi: il primo del 1901 e i secondo nel 1923. "Il ritratto di gruppo olandese" pubblicato nel 1902, dove Riegl osserva come nei dipinti di gruppo olandesi che costituirono la grande novità del Seicento, lo spettatore si riusciva ad identificare come individuo facente parte della compagnia. Tale aspetto rientra nella cosiddetta "estetica della ricezione" che studia il modo in cui lo spettatore riesce ad instaurare una sorta di "dialogo" con il prodotto artistico.

venerdì 23 settembre 2011

Smalto cracking fashion a basso prezzo

La novità dell'anno: il nuovo smalto cracking per uno stile unico e fai da te!

Lo smalto cracking è disponibile in vari colori, io l'ho trovato al costo di soli 2,49 euro della Essence, e ti permette di avere un look veramente all'ultima moda. Grazie all'effetto craquelure che si forma dopo aver facilmente steso a tuo piacere lo smalto sull'unghia, puoi ottenere ogni volta delle decorazioni sempre diverse.

[anteprima smalti cracking essence.jpg]
Smalti cracking della Essence
 
Con uno smalto qualsiasi puoi creare il colore base stendendolo omogeneamente su tutta l'unghia, poi con lo smalto cracking puoi iniziare a creare delle forme secondo la tua fantasia: a righe, a macchie..e come meglio preferisci! L'effetto crack che vedrà sparire quasi per magia alcune parti del colore che hai steso, si formerà sotto in tuoi occhi in pochi istanti!
In soli 5 minuti lo smalto cracking è già asciutto, senza il bisogno di dover aspettare troppo a lungo per vestirsi o pettinarsi!

Io ho decorato le mie unghie con una base di smalto bianca e tre strisce diagonali di color nero effetto cracking!



sabato 17 settembre 2011

Aby Warburg - iconologia

Aby Warburg nasce nel 1866 ad Amburgo da una famiglia ebrea di banchieri, la sua scelta iniziale si indirizzò verso gli studi di storia dell'arte, andando contro alle idee dei genitori che non approvarono mai la sua scelta. Fin dal'età adolescenziale fece un patto con il fratello: rinunciò all'eredità dei genitori in cambio di ottenere tutti i libri che avrebbe chiesto al fratello per formarsi una "biblioteca personale". 
La figura di Warburg si mostra molto interessante negli studi degli approcci metodologici alla disciplina accademica di storia dell'arte in quanto ci troviamo di fronte a un nuovo modo di operare nella lettura delle opere artistiche. 

Caricatura "Aby Warburg in archivio"

Ritenuto l'iconologo per eccellenza Aby Warburg introdurrà il concetto di pathosformel ossia di forme archetipiche che in un arco temporale che và dall'antichità alla contemporaneità riemergono grazie alla cosiddetta memoria collettiva. La memoria umana presenterebbe infatti tracce di emozioni intense: gli engrammi cioè simboli come testimonianza di esperienze passate dell'individuo, e come tali riemergerebbero nell'esperienza umana in archi temporali diversi e in ambiti geografici distinti. Secondo quest'ultimo concetto, non esiste una unità culturale, o meglio non vigono dei sistemi chiusi come si possono riscontrare nello studio dei pensieri e degli approcci metodologici di Burckardt e di Wolfflin. 

L'ATLANTE DI IMMAGINI

L'opera più importante di Warburg è l'Atlante di immagini, realizzata ma incompiuta negli anni Venti dopo essere stato ricoverato nella casa di cura per problemi psichiatrici, l'iniziativa di tale lavoro spetterebbe a Frantz Saxl, che al rientro del maestro gli aveva preparato una serie di immagini per riprendere il precedente lavoro metodologico. Grazie a questa ispirazione Warburg crea la sua ultima opera: una serie di immagini (circa 2000) come riproduzione di opere artistiche antiche, rinascimentali e contemporanee per spiegare la stretta relazione delle epoche e delle pathosformel (forme espressive di emozioni) che riemergono in ogni epoca e in ogni contesto. 

APPROCCIO METODOLOGICO DI WARBURG

Le phatosformel più studiate da Warburg durante la sua carriera sono rappresentate dall'Orfeo, la centauromachia e la figura della ninfa.
A Warburg non interessa però tanto il contenuto, ma si focalizza più che altro sull'analisi della FORMA, in quanto è attraverso la forma espressiva che può emergere un legame dei vari periodi della storia dell'arte.

Il caso di Palazzo Schifanoia
-Nello studio del ciclo dei mesi del Palazzo Schifanoia a Ferrara Warburg ritrova il legame iconografico del mese di marzo in un testo letterario arabo di Abumashar del IX secolo. Secondo lo studioso il legame non sarebbe diretto ma sarebbe piuttosto un motivo si sintesi di una lunga tradizione astrologica.


LA BIBLIOTECA - WARBURG INSTITUTE

Di grande importanza è la biblioteca di Warburg che durante la sua vita riuscì a raccogliere ben 65000 volumi e 80000 fotografie! L'immenso patrimonio culturale non era costituito soltanto da libri di storia dell'arte, ma anche di altre discipline, poichè secondo la concezione warburghiana, per comprendere la storia dell'arte era necessario un approccio pluridisciplinare! Il sistema organizzativo dell'immenso patrimonio culturale rifletteva le scelte, le riflessioni e i pensieri dello studioso che ad ogni cambiamento o mutamento di percorso mentale, creava nuovi legami disponendo diversamente la vasta mole libraria e fotografica. Il continuatore dell'impresa iniziata da Warburg fu Fritz Saxl che diventò direttore del nuovo istituto, salvando non solo l'approccio organizzativo del pensiero warburghiano, ma anche l'intera quantità del materiale accumulato nei numerosi anni di vita dello studioso. La Warburg Institute durante gli anni della seconda guerra mondiale si trovò in pericolo d'essere distrutta per gli attacchi dei nazisti, pertanto dal 1932, grazie a Saxl, la biblioteca venne trasferita a Londra dove si trova tutt'oggi.



domenica 11 settembre 2011

Breve analisi, considerazioni e differenze tra le due edizioni de "Le Vite" di Giorgio Vasari - disponibile in pdf

PDF scaricabile cliccando il seguente link "Le Vite" edizione del 1550

Giorgio Vasari nasce ad Arezzo nel luglio del 1511, ed è conosciuto nella storia principalmente come storico dell'arte piuttosto che come artista dell'epoca moderna. L'opera letteraria che più di ogni altra gli ha conferito notorietà è intitolata "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori" pubblicata nel 1550 la prima edizione, e nel 1568 la seconda edizione.
Vasari ha scritto la propria opera ispirandosi ai modelli de "Le vite parallele" di Plutarco e al museo a Borgovico di ritratti di uomini illustri dell'umanista Paolo Giovio.

DIFFERENZE TRA LE DUE EDIZIONI

Il testo "Le vite" presenta delle grosse differenze da un'edizione all'altra poiché mentre nella prima sono descritte le biografie di artisti defunti ad eccezione del solo Michelangelo, nella seconda edizione sono state aggiunte le biografie di artisti ancora in vita oltre al ritratto di ognuno di loro.

Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori
ANALISI E CONSIDERAZIONI DE "LE VITE"

Il testo de "Le vite" di Vasari è interamente costruito sull'intreccio della vita privata e delle opere di ogni singolo artista, ma soprattutto sullo stretto rapporto del prodotto artistico con il nome dell'artista: ci troviamo di fronte a una storia dell'arte fatta di nomi: mai prima d'ora il legame tra opera d'arte e artista era apparso così forte in termini accademici!

Strutturalmente tripartita in periodi che riflettono le diversità artistiche del tempo il testo de "Le vite" si suddivide in termini classici in:
1- Giotto e i suoi contemporanei che cercano di imitare i grandi artisti classici;
2- Donatello, Masaccio e gli artisti rinascimentali che raggiungono l'eguaglianza artistica dei modelli classici antichi;
3- Michelangelo che supera la perfezione della classicità;
L'attenzione di Vasari, uomo fortemente campanilista, viene posta sulla scuola fiorentina, ritenuta la più eccellente in campo artistico per il modo di elaborare e creare l'opera, basata essenzialmente sul disegno. In contrapposizione alla scuola fiorentina, secondo il punto di vista di Vasari, c'era la scuola veneziana che basava il proprio modus operandi sul colore con la cosiddetta pittura tonale ossia la costruzione pittorica costruita sui graduali trapassi del colore che genera così delle morbide forme.
Il piacere di favoleggiare laddove mancavano informazioni sulla vita di alcuni artisti, costituisce un tratto tipico della maniera di procedere di Vasari che spesso e volentieri amava inserire pezzi di fantasia.
"Le vite" costituiscono una pietra miliare per ogni storico dell'arte che però dev'essere consapevole del fatto che il testo è stato realizzato secondo il punto di vista di Vasari, uomo fiorentino, amante della propria patria e dell'arte michelangiolesca.

lunedì 5 settembre 2011

Fonti letterarie primarie, secondarie e scientifiche - Arte -


In campo artistico è necessario fare chiarezza tra quelle che sono le fonti letterarie primarie, le fonti letterarie secondarie e le fonti scientifiche, in quanto nel primo e secondo caso dovremmo porci delle domande per attestare la veridicità delle informazioni fornite dall'autore del documento scritto, mentre nell'ultimo caso non ce ne sarà bisogno perché è possibile verificarne la correttezza.

libri-antichi


- Per fonte primaria letteraria si intende un documento scritto che può essere manoscritto o stampato, più o meno contemporaneo alla realizzazione dell'opera d'arte a cui fa riferimento. La fonte primaria non è corredata di note pertanto non è verificabile; un esempio di fonte primaria è il testo "Le vite de' più eccellenti pittori scultori e architettori " di Giorgio Vasari. In questo caso le domande da porci saranno: dove, da chi e perché la fonte è stata scritta? La fonte primaria dev'essere pertanto letta e analizzata con occhio critico. 
- Per fonte secondaria letteraria si intende un documento scritto, manoscritto o stampato successivo, e quindi non contemporaneo, all'opera d'arte a cui fa riferimento.
- Per fonte scientifica si intende un'opera scientifica corredata da note e pertanto verificabile. La letteratura scientifica nasce nell'Ottocento. Un esempio a riguardo: "Tiziano. Problemi di iconografia" di Erwin Panofsky. 

venerdì 2 settembre 2011

Storia del disegno antico - categorie e funzioni

Il Disegno come "Padre dell'arte" è un concetto che nasce nella Firenze rinascimentale in seguito al complesso dibattito sulla natura e sul ruolo dell'artista che - con il concetto avanzato da Leon Battista Alberti - non viene più ritenuto un semplice artigiano ma un intellettuale a tutti gli effetti.
In tale contesto l'atto disegnativo ha acquistato una particolare importanza poiché è nel disegno come schizzo che è insita l'idea dell' ingegno umano.

Pier Leone Ghezzi, Disegno dall'antico
Pier Leone Ghezzi, Disegno dall'antico, Siena, Biblioteca comunale
tratta da giornaleregionemarche
Varie sono le tipologie del disegno che dall'antichità ai tempi moderni si sono succedute.
Generalmente si possono distinguere due importanti categorie di disegno:
- di carattere funzionale, quando il disegno è realizzato come parte di un progetto unitario ossia come schizzo o abbozzo per fissare l'idea iniziale dell'artista che si esplicherà successivamente nell'opera d'arte come prodotto finito (nel campo dell'architettura, della scultura, della pittura e delle arti applicate).
- di carattere autonomo, quando il disegno realizzato è fine a se stesso, cioè indipendente da un qualsiasi fine propedeutico alla costruzione di un'opera d'arte. 

Dopo questa iniziale suddivisione generale delle principali categorie del disegno, è necessario fare chiarezza sulle tipologie riscontrabili nella storia dell'arte: al primo gruppo sopra citato appartengono i disegni architettonici, decorativi, le illustrazioni di libri e di apparati scenografici ed effimeri. 
Nel secondo gruppo rientrano i disegni eseguiti dagli allievi di bottega durante il loro apprendistato con esercitazioni su carta eseguite riprendendo modelli tratti dal vivo o dall'antico; i disegni scientifici con gli studi di anatomia, le progettazioni di macchinari bellici, il genere cartografico e gli studi naturalistici; inoltre nella medesima categoria possono far parte in taluni casi i ritratti, i paesaggi e le caricature.

UNO SGUARDO AL PASSATO: IL COLLEZIONISMO DI DISEGNI
Il primo collezionista di disegni fu lo storico dell'arte Giorgio Vasari, ma il fenomeno del collezionismo divenne di gran moda nel Settecento tanto che i singoli disegni venivano contrassegnati con appositi marchi: "sf" per la scuola fiorentina, "sv" e "st" rispettivamente per quella veneziana e tedesca; inoltre alla sigla veniva aggiunto anche un numero per distinguere ogni opera da un'altra. 
Il francese Frits Lugt (1884-1970) creò degli elenchi con i cosiddetti "Marques de Collections" ossia "Marchi di collezione", strumento indispensabile per scoprire la provenienza del disegno. Nel corso dell'Ottocento ai marchi di collezione si andarono però a sostituire il nome e cognome del collezionista e in alcuni casi anche lo stemma.
Fondamentale per individuare le coordinate spazio-temporali di un disegno è la filigrana, una sorta di "timbro dell'opificio" inserito nella carta antica al momento della fabbricazione, per cui lo studioso Charles Moise Briquet ha creato un apposito elenco di filigrane raccolto in quattro volumi pubblicati nel 1908.
Oggi più che mai, i disegni antichi che hanno sempre ricoperto un ruolo secondario rispetto alle altre categorie di opere d'arte originali, stanno diventando uno degli oggetti di studio privilegiati nel panorama artistico internazionale!

Per chi è interessato al supporto cartaceo antico e alla tematica delle filigrane consiglio di dare un'occhiata al seguente pdf La memoria della carta e delle filigrane dal medioevo al seicento


mercoledì 31 agosto 2011

ARTE - Grottesca: il significato e la nascita del genere artistico

Per grottesca si intende un tipo di decorazione caratterizzata da elementi vegetali e animali, mascheroni e  più generalmente elementi di carattere bizzarro rappresentati in modo stilizzato e senza la concezione di spazialità.
Questo genere artistico si diffuse rapidamente a partire dall'inizio del Cinquecento a Roma in seguito alla scoperta della Domus aurea di Nerone datata al I secolo d.C. in cui sono stati ritrovati degli stucchi con  rappresentazione di grottesche. 

Decorazione a Grottesca
Con la riscoperta dell'antico, la grottesca, anche se considerata inferiore, dai trattatisti dell'epoca moderna, rispetto ai principali generi artistici ( temi biblici e di carattere profano, ritratti, paesaggi e nature morte), proliferò nelle varie arti: dagli affreschi, alle sculture, all'arte applicata ( in particolare negli arazzi e ceramiche ), contrassegnando in maniera determinante il panorama storico-artistico del periodo cinque e seicentesco e continuando a persistere anche nei secoli successivi!

Se interessati all'argomento, vi consiglio la lettura del libro di André Chastel "La grottesca"; testo che ripercorre la storia di questo fantastico genere artistico che potete semplicemente trovare cliccando questo link "La grottesca" - André Chastel

martedì 12 luglio 2011

Recensione con breve trama e analisi del libro: Il deserto dei tartari - Dino Buzzati

Trama

Il libro Il deserto dei tartari pubblicato nel 1940 tratta della storia di Giovanni Drogo, un tenente di prima nomina che venne inviato alla fortezza Bastiani per svolgere il proprio lavoro.
Nel forte la vita procedeva lenta e monotona, il tempo era scandito dalle ferree regole e dai rigidi ritmi della vita militare, mentre Giovanni aspettava, giorno dopo giorno, il momento in cui il nemico numero uno (i tartari) si sarebbe fatto avanti. Nella speranza di combattere una battaglia che avrebbe fatto diventare eroe il tenente, gli anni passarono uno dopo l'altro senza che nulla accadesse. La lunga distesa di pianura di fronte alla fortezza si mostrava sempre uguale e l'ombra del nemico non appariva mai, le ore scorrevano e Giovanni si teneva sempre pronto alla tanto sperata battaglia. Il tenente giunto alla fine della sua carriera lavorativa, venne chiamato all'abbandono della fortezza e morì con grande dignità su un letto di locanda mentre mostrava uno spontaneo sorriso sulle labbra.

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Analisi

L'attesa che domina in ogni pagina del libro è il vero protagonista del romanzo Il deserto dei tartari, il tempo che scorre lentamente e la monotonia dei giorni trascorsi all'interno della fortezza Bastiani, si collegano metaforicamente alle lunghe pause notturne che Buzzati trascorreva durante il lavoro in redazione.
Le rigide regole che i militari si ritrovano costretti a seguire, rappresentano un chiaro legame con la società del mondo industriale in cui ogni individuo è obbligato a rispondere alle leggi dettate dall'alto.
La lunga storia si conclude con la morte del tenente che, proprio nel momento in cui il nemico sembra arrivare, è lontano dalla fortezza e si ritrova in una squallida stanza di locanda ad affrontare con grande dignità la vera battaglia della vita: la morte!
La morte viene quindi vissuta come una tappa obbligata del percorso dell'individuo che, giunto alla propria fine, cerca e deve affrontarla con dignitoso coraggio e grande forza d'animo. 

mercoledì 6 luglio 2011

Libro: Il cielo è rosso - Recensione con breve trama e analisi dell'opera di Giuseppe Berto

Giuseppe Berto (1914-1978) negli anni Quaranta del secolo scorso, in seguito all'esperienza come militare arruolatosi per combattere nell'Africa orientale venne fatto prigioniero e importato in un campo di concentramento in Texas. Durante la sua esperienza di detenuto ebbe modo di conoscere la letteratura americana di Hemingway e Stainback, oltre che ritagliarsi degli spazi di tempo per scrivere i suoi primi romanzi ("Le opere di Dio" e "Il cielo è rosso"). Nell'anno 1944 "Il cielo è rosso" era già completo e tre anni dopo venne pubblicato come primo romanzo riscuotendo fin da subito un clamoroso successo di carattere internazionale!



Trama

Il libro inizia con una descrizione relativa a un quartiere provinciale di piccole dimensioni denominato Sant'Agnese dove vivono Carla e Giulia, cugine accudite dalla nonna che erano rimaste rispettivamente orfane di padre e madre. La città e il quartiere nel clima di guerra vennero bombardati in una notte qualunque, quando le due ragazzine si erano allontanate dalla loro casa per incontrarsi con Tullio, il giovane fidanzato di Carla. Il quartiere dove risiedevano i giovani venne completamente distrutto dal fuoco e i tre si ritrovarono così soli e distanti da qualsiasi persona che li potesse aiutare. In un postribolo trovarono la loro nuova dimora e iniziarono una nuova vita piena di difficoltà. Tullio prese a far parte di una banda di ladri per recuperare del denaro che sarebbe servito per sopravvivere, Carla iniziò a prostituirsi, mentre Giulia dal carattere più timido e meno intraprendente e deciso della cugina s'andava a occupare delle faccende di casa. In un successivo momento fece la sua comparsa Daniele, un ragazzo di famiglia benestante che dopo aver saputo del terribile bombardamento del quartiere era ritornato da Roma per far visita ai genitori, purtroppo però morti per l'accaduto. Di fronte alla disperazione del giovane, Tullio gli offrì ospitalità per una notte, ma in realtà Daniele rimase a vivere per tutto il tempo nella modesta casa diroccata aiutando Giulia nelle faccende domestiche. I quattro ragazzi sembravano aver trovato il loro equilibrio e la loro stabilità, quando un brutto giorno Tullio venne ucciso dopo aver tentato un colpo con una banda che aveva chiesto a lui aiuto. Dopo la morte del giovane nulla fu come prima, Daniele iniziò a lavorare prestando servizio ai militari americani, ma ben presto Giulia si ammalò di tisi e dopo aver dichiarato il suo amore a Daniele che aveva deciso di rimanere con lei rifiutando di trasferirsi per lavoro, morì. Il giovane che aveva da sempre amato la dolce e sensibile Giulia non trovò più un senso alla vita, si spogliò del suo vestiario che poteva servire a qualcuno e si suicidò sotto un treno.


Giuseppe Berto autore de "Il cielo è rosso"

Analisi

Cronologicamente la vicenda si svolge negli anni della fine della Seconda guerra mondiale. 
Il racconto è ambientato in una zona periferica di Treviso, anche se il nome della città non comparirà mai direttamente nel testo, la città è facilmente riconoscibile dalla descrizione del paesaggio. 
I quattro personaggi protagonisti sono: Tullio, Carla, Daniele e Giulia che formano due coppie unite da diversi sentimenti. I primi due vivono un amore travolgente e per lo più passionale che via via si affievolisce, Daniele e Giulia invece, non riusciranno mai a trovare il tempo per il loro limpido amore sbocciato fin da subito ma che verrà dichiarato soltanto poco prima della morte della ragazza per la tubercolosi. 
Berto nella narrazione dei fatti, oltre a descrivere la realtà che circonda i personaggi si dedica maggiormente alla riflessione dell'essere umano condotta attraverso i ragazzi che fungono da emblema della società. Le azioni estreme compiute da Tullio che ruba e Carla che si prostituisce vanno contro la moralità e rappresentano il riflesso di tutte quelle azioni che gli adulti farebbero in mancanza di dignità nelle medesime circostanze. I quattro adolescenti soli si ritrovano di fronte a un mondo corrotto e spietato, che ben presto li porterà a trasformarsi in adulti conducendo una vita sempre piena di difficoltà. 
La pietà, la carità, la perversione e l'egoismo alimenteranno i ragazzi costretti a vivere arrangiandosi per sopravvivere; nel punto in cui nella vicenda (che emerge per lo più dal dialogo dei personaggi) sembra crearsi una stabilità, alla fine soccomberà l'inadeguatezza della nuova vita che condurrà alla perdita dei ragazzi. L'atto finale del suicidio di Daniele è probabilmente la parte più piena di pathos, in cui il sentimento di solidarietà umana spontanea appare nell'atto di spogliarsi dei propri vestiti che avrebbero potuto diventare utili a un'altra persona.   

mercoledì 29 giugno 2011

L'architetto Mauro Codussi a Venezia

Livello superiore della chiesa di San Zaccaria 
Mauro Codussi nasce nel 1440 circa a Lenna, un piccolo paese della Val Brembana situato a nord di Bergamo. L'architetto, contrariamente ai suoi contemporanei, non eseguì alcun apprendistato tant'è vero che il suo nome si ritrova per la prima volta in documenti che non lo nominano come architetto bensì come tagliapietra e lapicida. Codussi per lungo tempo rimase nell'oscurità della storia dell'arte, probabilmente anche per la scorretta lettura  dei documenti in cui emergevano i vari nomi con cui veniva soprannominato: Mauro di Martino, Moro bergamasco o ancora Mauro Lombardo, è stato spesso erroneamente associato alla famiglia dei Lombardo. Alla fine dell'Ottocento grazie al contributo di Paoletti che raccolse tutte le informazioni possibili sulla vita dell'architetto è stato possibile individuare la sua persona e il suo linguaggio stilistico basato sulla purezza delle forme geometriche, la semplicità e la chiarezza priva di decorativismi tipici della tradizione gotica. 
Tra le opere rinascimentali codussiane create nella Venezia della seconda metà del XV secolo che si presentava ancora architettonicamente gotica:

-Chiesa di San Michele in Isola
-Campanile di San Pietro in Castello
-Palazzo Zorzi
-Chiesa di San Zaccaria
-Scuola Grande di San Marco
-Chiesa di Santa Maria Formosa
-Palazzo Lando Corner Spinelli
-Torre dell'orologio
-Chiesa di San Giovanni Crisostomo
-Scalone di San Giovanni Evangelista
-Palazzo Loredan Vendramin Calergi


Particolare della torre dell'orologio attribuita a Codussi. Orologio costruito da Gian Paolo Rainieri e il figlio Gian Carlo tra il 1493 e 1496 circa


Campanile di San Pietro di Castello -  1482- 1490

Palazzo Lando Corner Spinelli

martedì 14 giugno 2011

Sviluppo stilistico della Glittica Romana

La glittica romana viene comunemente fatta nascere nel III secolo a.C. e originariamente venne influenzata dalla glittica etrusca che, a partire dalla fine del VI secolo a.C., era ben presente in territorio italico (nell'antica Etruria). Accanto al filone etrusco-italico, che rimase preminente fino al III secolo a.C. si andò ad affiancare e delineare un filone colto e aulico per effetto dei continui contatti che la corte romana aveva con l'oriente.
Le battaglie e le conquiste orientali in ambiente micro-asiatico (con le guerre mitridatiche) e la conquista romana dell'Egitto nel 31 a.C. (battaglia di Azio) portarono ad un grande afflusso di incisori a Roma che misero a disposizione dei dinasti le loro iconografie svuotandole dei contenuti originari per riempirle doi nuovi contenuti di carattere celebrativo, ideologico-politico dei nuovi princeps romani.
Nel I secolo a.C. le influenze orientali iconografiche e stilistiche ebbero la preminenza nel vasto campo delle gemme, mettendo da parte la "maniera" tipica della glittica etrusco-italica che aveva costituito per lungo tempo la linfa vitale delle incisioni.

Corniola con raffigurazione di "Apollo, Marsia e Olimpo" - Dioskurides - 
Il periodo più interessante per gli studiosi della glittica romana è rappresentato dall'età augustea, quando alla corte del dinasta lavorarono incisori di grande abilità come Solon, ma in particolare Dioskourides che incise il ritratto dell'imperatore con la testa laureata e le sembianze di Apollo (considerato il Dio protettore di Augusto dall'imperatore stesso). Il grande incisore alessandrino realizzò vere e proprie incisioni su pietre preziose con grande abilità, dapprima traendo i suoi soggetti dal repertorio ellenistico, poi introducendo nuove iconografie quali: "Apollo e Marsia" "Diomede e Palladio", oltre alle personificazioni di Honos e Virtus, e  le divinità predilette: Apollo, Zeus, Atena. 
Accanto alla cosiddetta glittica di stato si andò a diffondere la "glittica corrente" che consisteva nella realizzazione di incisioni su pietre dure talvolta di materiale meno prezioso come le paste vitree che riprendevano le stesse tematiche auliche e i ritratti dei dinasti e membri della famiglia di corte come modello assoluto di riferimento da riprodurre nei ritratti dei privati. Soggetti simbolici, scene di genere, scene bucoliche e ritratti sono le tematiche più rappresentate per le "nuove gemme" di funzione quasi esclusivamente ornamentale. 
Nei secoli successivi e fino all'età tardo antica si assisterà sempre più a una semplificazione stilistica delle immagini tanto da diventare sempre più schematizzate e difficilmente leggibili, gli stessi soggetti da repertorio si ridurranno sempre più fino a essere ripresi solamente i modelli più famosi.

Sardonica con raffigurazione di "Dioniso su carro condotto da  Psychai" - Sostratos - 

In conclusione si è passati dalla gemma inizialmente utilizzata come sigillo personale per contrassegnare documenti e oggetti preziosi come chiavi, armi, e pure pareti di palazzi e in cui lo stesso dinasta si identificava trasmettendo i propri ideali con soggetti di carattere celebrativo e propagandistico per arrivare alla gemma con funzione di ornamento diffusa tra gli strati sociali più popolari.
La funzione sigillare della gemma continuerà fino alla fine dell'epoca tardo-antica, ma accanto a questa funzione si andarono a diffondere sempre più le gemme magiche e curative, oltre a quelle utilizzate come semplice e prezioso ornamento della persona e del suo abbigliamento.


Sardonica con raffigurazione di "Poseidon e Athena" - Protarchos -
Le tre gemme sopra raffigurate rientrano nella preziosissima collezione di Lorenzo il Magnifico che fece contrassegnare i suoi pezzi glittici più raffinati con l'iscrizione "lau r med".

mercoledì 8 giugno 2011

Tideo e la Glittica etrusca: stile severo, stile libero e stile globulare

Tideo è un eroe di tradizione greca che verrà ripreso in età romana e in epoche successive.
Un disegno con Tideo è stato eseguito da Winckelmann  nel corso del Settecento (1760), mentre nel museo di Vienna si può trovare un anello con pietra incastonata raffigurante il mito.
L'immagine di Tideo costituisce una rappresentazione molto diffusa nella glittica etrusca, e specialmente nello stile severo (prima metà del V secolo a.C.) caratterizzato da schemi spaziali ben articolati rispetto al successivo periodo che è compreso tra la seconda metà del V secolo a.C. e metà del IV secolo a.C. ed è denominato stile libero poiché le figure sono rappresentate in modo naturalistico nell'atto di muoversi più liberamente e lontane da articolazioni spaziali calcolate.


Nell'ultimo periodo della glittica etrusca subentra allo stile libero una nuova maniera stilistica conosciuta come "stile globulare" per la tecnica utilizzata che prevedeva la giustapposizione di tondi ovali o circolari, con l'ausilio del trapano, per la resa delle figure che finivano per comparire come dei semplici abbozzi. Rispetto alle precedenti esecuzioni stilistiche quest'ultima rappresenta una degradazione o meglio un'inversione di marcia verso un rendimento meno raffinato delle rappresentazioni incise su pietra.

sabato 4 giugno 2011

Significato di Glittica

Con la parola glittica si intende l'arte di incidere su pietra dura che si è sviluppata fin dalle origini della vita dell'uomo per il bisogno di distinguere un oggetto da un altro appartenente a un diverso individuo, pertanto nasce l'invenzione della gemma come sigillo
Con lo stesso termine glittica si intende anche la disciplina che studia l'arte di incidere su pietra dura, diffusasi solo a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. 
La tecnica di incisione su pietra è rimasta verosimilmente la stessa che si serve dello strumento del bulino, mentre lo stile e l'iconografia costituiscono dei vettori mobili che come tali sono variati di epoca in epoca  e da civiltà a civiltà.

Gemma magica incisa raffigurante il dio Gallo-Serpente, con iscrizioni magiche (Ravenna, Museo Nazionale)

I recenti studi si basano su fonti che ricoprono una particolare rilevanza per individuare i tipi di pietre più diffusi, la resa stilistica e il modello iconografico. 
Tra le fonti: 
- il capitolo XXXVI della Naturalis Historia di Plinio (79 d. C.)
- le fonti giuridiche: Codex Theodosianus e Corpus Juris Civilis
Un grande contributo all'attività classificatoria delle gemme è stato dato dall'opera di Adolf Furtwangler "Le gemme antiche" pubblicato nel 1900 a cui ancora oggi si fa continuo riferimento. Il testo dello studioso è di carattere scientifico e per la prima volta non si ha la tradizionale suddivisione delle gemme in base ai soggetti rappresentati, ma in base allo stile che identifica varie correnti di gemme appartenenti a diverse civiltà vissute in periodi distinti. 
In Italia Roma, le città campane e Aquileia sono stati i più grandi centri di manifattura glittica antica fino in epoca tardo-antica.