martedì 14 giugno 2011

Sviluppo stilistico della Glittica Romana

La glittica romana viene comunemente fatta nascere nel III secolo a.C. e originariamente venne influenzata dalla glittica etrusca che, a partire dalla fine del VI secolo a.C., era ben presente in territorio italico (nell'antica Etruria). Accanto al filone etrusco-italico, che rimase preminente fino al III secolo a.C. si andò ad affiancare e delineare un filone colto e aulico per effetto dei continui contatti che la corte romana aveva con l'oriente.
Le battaglie e le conquiste orientali in ambiente micro-asiatico (con le guerre mitridatiche) e la conquista romana dell'Egitto nel 31 a.C. (battaglia di Azio) portarono ad un grande afflusso di incisori a Roma che misero a disposizione dei dinasti le loro iconografie svuotandole dei contenuti originari per riempirle doi nuovi contenuti di carattere celebrativo, ideologico-politico dei nuovi princeps romani.
Nel I secolo a.C. le influenze orientali iconografiche e stilistiche ebbero la preminenza nel vasto campo delle gemme, mettendo da parte la "maniera" tipica della glittica etrusco-italica che aveva costituito per lungo tempo la linfa vitale delle incisioni.

Corniola con raffigurazione di "Apollo, Marsia e Olimpo" - Dioskurides - 
Il periodo più interessante per gli studiosi della glittica romana è rappresentato dall'età augustea, quando alla corte del dinasta lavorarono incisori di grande abilità come Solon, ma in particolare Dioskourides che incise il ritratto dell'imperatore con la testa laureata e le sembianze di Apollo (considerato il Dio protettore di Augusto dall'imperatore stesso). Il grande incisore alessandrino realizzò vere e proprie incisioni su pietre preziose con grande abilità, dapprima traendo i suoi soggetti dal repertorio ellenistico, poi introducendo nuove iconografie quali: "Apollo e Marsia" "Diomede e Palladio", oltre alle personificazioni di Honos e Virtus, e  le divinità predilette: Apollo, Zeus, Atena. 
Accanto alla cosiddetta glittica di stato si andò a diffondere la "glittica corrente" che consisteva nella realizzazione di incisioni su pietre dure talvolta di materiale meno prezioso come le paste vitree che riprendevano le stesse tematiche auliche e i ritratti dei dinasti e membri della famiglia di corte come modello assoluto di riferimento da riprodurre nei ritratti dei privati. Soggetti simbolici, scene di genere, scene bucoliche e ritratti sono le tematiche più rappresentate per le "nuove gemme" di funzione quasi esclusivamente ornamentale. 
Nei secoli successivi e fino all'età tardo antica si assisterà sempre più a una semplificazione stilistica delle immagini tanto da diventare sempre più schematizzate e difficilmente leggibili, gli stessi soggetti da repertorio si ridurranno sempre più fino a essere ripresi solamente i modelli più famosi.

Sardonica con raffigurazione di "Dioniso su carro condotto da  Psychai" - Sostratos - 

In conclusione si è passati dalla gemma inizialmente utilizzata come sigillo personale per contrassegnare documenti e oggetti preziosi come chiavi, armi, e pure pareti di palazzi e in cui lo stesso dinasta si identificava trasmettendo i propri ideali con soggetti di carattere celebrativo e propagandistico per arrivare alla gemma con funzione di ornamento diffusa tra gli strati sociali più popolari.
La funzione sigillare della gemma continuerà fino alla fine dell'epoca tardo-antica, ma accanto a questa funzione si andarono a diffondere sempre più le gemme magiche e curative, oltre a quelle utilizzate come semplice e prezioso ornamento della persona e del suo abbigliamento.


Sardonica con raffigurazione di "Poseidon e Athena" - Protarchos -
Le tre gemme sopra raffigurate rientrano nella preziosissima collezione di Lorenzo il Magnifico che fece contrassegnare i suoi pezzi glittici più raffinati con l'iscrizione "lau r med".