martedì 12 luglio 2011

Recensione con breve trama e analisi del libro: Il deserto dei tartari - Dino Buzzati

Trama

Il libro Il deserto dei tartari pubblicato nel 1940 tratta della storia di Giovanni Drogo, un tenente di prima nomina che venne inviato alla fortezza Bastiani per svolgere il proprio lavoro.
Nel forte la vita procedeva lenta e monotona, il tempo era scandito dalle ferree regole e dai rigidi ritmi della vita militare, mentre Giovanni aspettava, giorno dopo giorno, il momento in cui il nemico numero uno (i tartari) si sarebbe fatto avanti. Nella speranza di combattere una battaglia che avrebbe fatto diventare eroe il tenente, gli anni passarono uno dopo l'altro senza che nulla accadesse. La lunga distesa di pianura di fronte alla fortezza si mostrava sempre uguale e l'ombra del nemico non appariva mai, le ore scorrevano e Giovanni si teneva sempre pronto alla tanto sperata battaglia. Il tenente giunto alla fine della sua carriera lavorativa, venne chiamato all'abbandono della fortezza e morì con grande dignità su un letto di locanda mentre mostrava uno spontaneo sorriso sulle labbra.

Festungtartarenwüste3920156484_3c1eea97c3

Analisi

L'attesa che domina in ogni pagina del libro è il vero protagonista del romanzo Il deserto dei tartari, il tempo che scorre lentamente e la monotonia dei giorni trascorsi all'interno della fortezza Bastiani, si collegano metaforicamente alle lunghe pause notturne che Buzzati trascorreva durante il lavoro in redazione.
Le rigide regole che i militari si ritrovano costretti a seguire, rappresentano un chiaro legame con la società del mondo industriale in cui ogni individuo è obbligato a rispondere alle leggi dettate dall'alto.
La lunga storia si conclude con la morte del tenente che, proprio nel momento in cui il nemico sembra arrivare, è lontano dalla fortezza e si ritrova in una squallida stanza di locanda ad affrontare con grande dignità la vera battaglia della vita: la morte!
La morte viene quindi vissuta come una tappa obbligata del percorso dell'individuo che, giunto alla propria fine, cerca e deve affrontarla con dignitoso coraggio e grande forza d'animo. 

mercoledì 6 luglio 2011

Libro: Il cielo è rosso - Recensione con breve trama e analisi dell'opera di Giuseppe Berto

Giuseppe Berto (1914-1978) negli anni Quaranta del secolo scorso, in seguito all'esperienza come militare arruolatosi per combattere nell'Africa orientale venne fatto prigioniero e importato in un campo di concentramento in Texas. Durante la sua esperienza di detenuto ebbe modo di conoscere la letteratura americana di Hemingway e Stainback, oltre che ritagliarsi degli spazi di tempo per scrivere i suoi primi romanzi ("Le opere di Dio" e "Il cielo è rosso"). Nell'anno 1944 "Il cielo è rosso" era già completo e tre anni dopo venne pubblicato come primo romanzo riscuotendo fin da subito un clamoroso successo di carattere internazionale!



Trama

Il libro inizia con una descrizione relativa a un quartiere provinciale di piccole dimensioni denominato Sant'Agnese dove vivono Carla e Giulia, cugine accudite dalla nonna che erano rimaste rispettivamente orfane di padre e madre. La città e il quartiere nel clima di guerra vennero bombardati in una notte qualunque, quando le due ragazzine si erano allontanate dalla loro casa per incontrarsi con Tullio, il giovane fidanzato di Carla. Il quartiere dove risiedevano i giovani venne completamente distrutto dal fuoco e i tre si ritrovarono così soli e distanti da qualsiasi persona che li potesse aiutare. In un postribolo trovarono la loro nuova dimora e iniziarono una nuova vita piena di difficoltà. Tullio prese a far parte di una banda di ladri per recuperare del denaro che sarebbe servito per sopravvivere, Carla iniziò a prostituirsi, mentre Giulia dal carattere più timido e meno intraprendente e deciso della cugina s'andava a occupare delle faccende di casa. In un successivo momento fece la sua comparsa Daniele, un ragazzo di famiglia benestante che dopo aver saputo del terribile bombardamento del quartiere era ritornato da Roma per far visita ai genitori, purtroppo però morti per l'accaduto. Di fronte alla disperazione del giovane, Tullio gli offrì ospitalità per una notte, ma in realtà Daniele rimase a vivere per tutto il tempo nella modesta casa diroccata aiutando Giulia nelle faccende domestiche. I quattro ragazzi sembravano aver trovato il loro equilibrio e la loro stabilità, quando un brutto giorno Tullio venne ucciso dopo aver tentato un colpo con una banda che aveva chiesto a lui aiuto. Dopo la morte del giovane nulla fu come prima, Daniele iniziò a lavorare prestando servizio ai militari americani, ma ben presto Giulia si ammalò di tisi e dopo aver dichiarato il suo amore a Daniele che aveva deciso di rimanere con lei rifiutando di trasferirsi per lavoro, morì. Il giovane che aveva da sempre amato la dolce e sensibile Giulia non trovò più un senso alla vita, si spogliò del suo vestiario che poteva servire a qualcuno e si suicidò sotto un treno.


Giuseppe Berto autore de "Il cielo è rosso"

Analisi

Cronologicamente la vicenda si svolge negli anni della fine della Seconda guerra mondiale. 
Il racconto è ambientato in una zona periferica di Treviso, anche se il nome della città non comparirà mai direttamente nel testo, la città è facilmente riconoscibile dalla descrizione del paesaggio. 
I quattro personaggi protagonisti sono: Tullio, Carla, Daniele e Giulia che formano due coppie unite da diversi sentimenti. I primi due vivono un amore travolgente e per lo più passionale che via via si affievolisce, Daniele e Giulia invece, non riusciranno mai a trovare il tempo per il loro limpido amore sbocciato fin da subito ma che verrà dichiarato soltanto poco prima della morte della ragazza per la tubercolosi. 
Berto nella narrazione dei fatti, oltre a descrivere la realtà che circonda i personaggi si dedica maggiormente alla riflessione dell'essere umano condotta attraverso i ragazzi che fungono da emblema della società. Le azioni estreme compiute da Tullio che ruba e Carla che si prostituisce vanno contro la moralità e rappresentano il riflesso di tutte quelle azioni che gli adulti farebbero in mancanza di dignità nelle medesime circostanze. I quattro adolescenti soli si ritrovano di fronte a un mondo corrotto e spietato, che ben presto li porterà a trasformarsi in adulti conducendo una vita sempre piena di difficoltà. 
La pietà, la carità, la perversione e l'egoismo alimenteranno i ragazzi costretti a vivere arrangiandosi per sopravvivere; nel punto in cui nella vicenda (che emerge per lo più dal dialogo dei personaggi) sembra crearsi una stabilità, alla fine soccomberà l'inadeguatezza della nuova vita che condurrà alla perdita dei ragazzi. L'atto finale del suicidio di Daniele è probabilmente la parte più piena di pathos, in cui il sentimento di solidarietà umana spontanea appare nell'atto di spogliarsi dei propri vestiti che avrebbero potuto diventare utili a un'altra persona.