mercoledì 29 giugno 2011

L'architetto Mauro Codussi a Venezia

Livello superiore della chiesa di San Zaccaria 
Mauro Codussi nasce nel 1440 circa a Lenna, un piccolo paese della Val Brembana situato a nord di Bergamo. L'architetto, contrariamente ai suoi contemporanei, non eseguì alcun apprendistato tant'è vero che il suo nome si ritrova per la prima volta in documenti che non lo nominano come architetto bensì come tagliapietra e lapicida. Codussi per lungo tempo rimase nell'oscurità della storia dell'arte, probabilmente anche per la scorretta lettura  dei documenti in cui emergevano i vari nomi con cui veniva soprannominato: Mauro di Martino, Moro bergamasco o ancora Mauro Lombardo, è stato spesso erroneamente associato alla famiglia dei Lombardo. Alla fine dell'Ottocento grazie al contributo di Paoletti che raccolse tutte le informazioni possibili sulla vita dell'architetto è stato possibile individuare la sua persona e il suo linguaggio stilistico basato sulla purezza delle forme geometriche, la semplicità e la chiarezza priva di decorativismi tipici della tradizione gotica. 
Tra le opere rinascimentali codussiane create nella Venezia della seconda metà del XV secolo che si presentava ancora architettonicamente gotica:

-Chiesa di San Michele in Isola
-Campanile di San Pietro in Castello
-Palazzo Zorzi
-Chiesa di San Zaccaria
-Scuola Grande di San Marco
-Chiesa di Santa Maria Formosa
-Palazzo Lando Corner Spinelli
-Torre dell'orologio
-Chiesa di San Giovanni Crisostomo
-Scalone di San Giovanni Evangelista
-Palazzo Loredan Vendramin Calergi


Particolare della torre dell'orologio attribuita a Codussi. Orologio costruito da Gian Paolo Rainieri e il figlio Gian Carlo tra il 1493 e 1496 circa


Campanile di San Pietro di Castello -  1482- 1490

Palazzo Lando Corner Spinelli

martedì 14 giugno 2011

Sviluppo stilistico della Glittica Romana

La glittica romana viene comunemente fatta nascere nel III secolo a.C. e originariamente venne influenzata dalla glittica etrusca che, a partire dalla fine del VI secolo a.C., era ben presente in territorio italico (nell'antica Etruria). Accanto al filone etrusco-italico, che rimase preminente fino al III secolo a.C. si andò ad affiancare e delineare un filone colto e aulico per effetto dei continui contatti che la corte romana aveva con l'oriente.
Le battaglie e le conquiste orientali in ambiente micro-asiatico (con le guerre mitridatiche) e la conquista romana dell'Egitto nel 31 a.C. (battaglia di Azio) portarono ad un grande afflusso di incisori a Roma che misero a disposizione dei dinasti le loro iconografie svuotandole dei contenuti originari per riempirle doi nuovi contenuti di carattere celebrativo, ideologico-politico dei nuovi princeps romani.
Nel I secolo a.C. le influenze orientali iconografiche e stilistiche ebbero la preminenza nel vasto campo delle gemme, mettendo da parte la "maniera" tipica della glittica etrusco-italica che aveva costituito per lungo tempo la linfa vitale delle incisioni.

Corniola con raffigurazione di "Apollo, Marsia e Olimpo" - Dioskurides - 
Il periodo più interessante per gli studiosi della glittica romana è rappresentato dall'età augustea, quando alla corte del dinasta lavorarono incisori di grande abilità come Solon, ma in particolare Dioskourides che incise il ritratto dell'imperatore con la testa laureata e le sembianze di Apollo (considerato il Dio protettore di Augusto dall'imperatore stesso). Il grande incisore alessandrino realizzò vere e proprie incisioni su pietre preziose con grande abilità, dapprima traendo i suoi soggetti dal repertorio ellenistico, poi introducendo nuove iconografie quali: "Apollo e Marsia" "Diomede e Palladio", oltre alle personificazioni di Honos e Virtus, e  le divinità predilette: Apollo, Zeus, Atena. 
Accanto alla cosiddetta glittica di stato si andò a diffondere la "glittica corrente" che consisteva nella realizzazione di incisioni su pietre dure talvolta di materiale meno prezioso come le paste vitree che riprendevano le stesse tematiche auliche e i ritratti dei dinasti e membri della famiglia di corte come modello assoluto di riferimento da riprodurre nei ritratti dei privati. Soggetti simbolici, scene di genere, scene bucoliche e ritratti sono le tematiche più rappresentate per le "nuove gemme" di funzione quasi esclusivamente ornamentale. 
Nei secoli successivi e fino all'età tardo antica si assisterà sempre più a una semplificazione stilistica delle immagini tanto da diventare sempre più schematizzate e difficilmente leggibili, gli stessi soggetti da repertorio si ridurranno sempre più fino a essere ripresi solamente i modelli più famosi.

Sardonica con raffigurazione di "Dioniso su carro condotto da  Psychai" - Sostratos - 

In conclusione si è passati dalla gemma inizialmente utilizzata come sigillo personale per contrassegnare documenti e oggetti preziosi come chiavi, armi, e pure pareti di palazzi e in cui lo stesso dinasta si identificava trasmettendo i propri ideali con soggetti di carattere celebrativo e propagandistico per arrivare alla gemma con funzione di ornamento diffusa tra gli strati sociali più popolari.
La funzione sigillare della gemma continuerà fino alla fine dell'epoca tardo-antica, ma accanto a questa funzione si andarono a diffondere sempre più le gemme magiche e curative, oltre a quelle utilizzate come semplice e prezioso ornamento della persona e del suo abbigliamento.


Sardonica con raffigurazione di "Poseidon e Athena" - Protarchos -
Le tre gemme sopra raffigurate rientrano nella preziosissima collezione di Lorenzo il Magnifico che fece contrassegnare i suoi pezzi glittici più raffinati con l'iscrizione "lau r med".

mercoledì 8 giugno 2011

Tideo e la Glittica etrusca: stile severo, stile libero e stile globulare

Tideo è un eroe di tradizione greca che verrà ripreso in età romana e in epoche successive.
Un disegno con Tideo è stato eseguito da Winckelmann  nel corso del Settecento (1760), mentre nel museo di Vienna si può trovare un anello con pietra incastonata raffigurante il mito.
L'immagine di Tideo costituisce una rappresentazione molto diffusa nella glittica etrusca, e specialmente nello stile severo (prima metà del V secolo a.C.) caratterizzato da schemi spaziali ben articolati rispetto al successivo periodo che è compreso tra la seconda metà del V secolo a.C. e metà del IV secolo a.C. ed è denominato stile libero poiché le figure sono rappresentate in modo naturalistico nell'atto di muoversi più liberamente e lontane da articolazioni spaziali calcolate.


Nell'ultimo periodo della glittica etrusca subentra allo stile libero una nuova maniera stilistica conosciuta come "stile globulare" per la tecnica utilizzata che prevedeva la giustapposizione di tondi ovali o circolari, con l'ausilio del trapano, per la resa delle figure che finivano per comparire come dei semplici abbozzi. Rispetto alle precedenti esecuzioni stilistiche quest'ultima rappresenta una degradazione o meglio un'inversione di marcia verso un rendimento meno raffinato delle rappresentazioni incise su pietra.

sabato 4 giugno 2011

Significato di Glittica

Con la parola glittica si intende l'arte di incidere su pietra dura che si è sviluppata fin dalle origini della vita dell'uomo per il bisogno di distinguere un oggetto da un altro appartenente a un diverso individuo, pertanto nasce l'invenzione della gemma come sigillo
Con lo stesso termine glittica si intende anche la disciplina che studia l'arte di incidere su pietra dura, diffusasi solo a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. 
La tecnica di incisione su pietra è rimasta verosimilmente la stessa che si serve dello strumento del bulino, mentre lo stile e l'iconografia costituiscono dei vettori mobili che come tali sono variati di epoca in epoca  e da civiltà a civiltà.

Gemma magica incisa raffigurante il dio Gallo-Serpente, con iscrizioni magiche (Ravenna, Museo Nazionale)

I recenti studi si basano su fonti che ricoprono una particolare rilevanza per individuare i tipi di pietre più diffusi, la resa stilistica e il modello iconografico. 
Tra le fonti: 
- il capitolo XXXVI della Naturalis Historia di Plinio (79 d. C.)
- le fonti giuridiche: Codex Theodosianus e Corpus Juris Civilis
Un grande contributo all'attività classificatoria delle gemme è stato dato dall'opera di Adolf Furtwangler "Le gemme antiche" pubblicato nel 1900 a cui ancora oggi si fa continuo riferimento. Il testo dello studioso è di carattere scientifico e per la prima volta non si ha la tradizionale suddivisione delle gemme in base ai soggetti rappresentati, ma in base allo stile che identifica varie correnti di gemme appartenenti a diverse civiltà vissute in periodi distinti. 
In Italia Roma, le città campane e Aquileia sono stati i più grandi centri di manifattura glittica antica fino in epoca tardo-antica.